Lunedì 6 giugno alle ore 10,30 (iniziativa per le scuole) e alle 18,30 (iniziativa aperta al pubblico) nella sala consiliare di Palazzo Santini gli alunni delle classi quarta e quinta della primaria di Sorbano del Vescovo metteranno in scena una rappresentazione teatrale ispirata allo svolgimento di una seduta consiliare. è la fase conclusiva del progetto “Il teatro porta consiglio” ideato e promosso dal presidente del Consiglio comunale Matteo Garzella per insegnare ai bambini e alle bambine, cittadini del presente e del futuro, il funzionamento dell’assemblea cittadina.
Il percorso culturale si è realizzato nell’ambito di un laboratorio teatrale volto ad analizzare nel dettaglio le problematiche e le caratteristiche delle sedute consiliari e per poi “portare in scena” una seduta “tipo” del Consiglio comunale.
«Nell’ambito di questo progetto di teatro pedagogico – ha spiegato il presidente Garzella – 35 bambini hanno riflettuto sui meccanismi democratici che regolano le modalità di discussione che vengono attuate durante lo svolgimento delle sedute consiliari. Ora tocca a loro cimentarsi con il dibattito consiliare. Metteranno in scena una seduta del Consiglio, prendendo decisioni attraverso vere e proprie votazioni, redigendo un verbale della seduta, e interpretando i ruoli del presidente, del sindaco, degli assessori e dei consiglieri».
Il progetto, iniziato a gennaio, ha previsto lo svolgimento di 16 laboratori teatrali e la partecipazione a una vera seduta consiliare nel mese di aprile, quando gli alunni coinvolti hanno toccato con mano le modalità attraverso le quali si svolgono. Le attività laboratoriali sono state condotte da Dimitri Galli Rholl con l’assistenza di Sara Franceschi e con la collaborazione delle insegnanti Laura Palestrini e Ilaria Rossi.
«Gli obiettivi – ha aggiunto il presidente Garzella – erano quelli di far conoscere il funzionamento del Consiglio comunale e favorire una riflessione che coinvolgesse gli amministratori pubblici e la città circa le criticità e i pregi dei dibattiti consiliari, da cui scaturiscono le decisioni che ricadono sulla città attraverso un punto di vista insolito, ovvero quello di bambini di 10 e 11 anni alunni».